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Non bolognese ma Reggiano .....

Marvin 25/10/2008 06:57 27/10/2008 07:54 VENTURI

Giovanni Battista Venturi (Bibbiano 1746 - Reggio Emilia 1822)

All’età di dieci anni iniziò gli studi di logica, metafisica e geometria sotto la guida di Bonaventura Corti, scienziato ed erudito scandianese successore di Lazzaro Spallanzani nella cattedra di fisica dell’Università di Reggio Emilia. Lo stesso Spallanzani fu maestro di Venturi presso il Seminario di Reggio Emilia dove nel 1769 Venturi fu ordinato sacerdote ed assunse la cattedra di metafisica e geometria. Cinque anni più tardi venne chiamato a ricoprire le cattedre di geometria, istituzioni filosofiche e successivamente di fisica nell’Ateneo modenese. Nel corso della sua attività didattica ebbe modo di condurre interessanti esperienze relative ai fenomeni dell’elettricità e del magnetismo, guadagnandosi il plauso degli ambienti scientifici soprattutto grazie ai sui studi di ottica. Si interessò attivamente anche delle questioni metrologiche legate alla unificazione dei pesi e delle misure nello stato estense e il duca Ercole III gli affidò numerosi incarichi tra i quali quello di sovrintendente alla zecca, ai pesi e alle misure e di ingegnere di acque e strade. Nel 1796 fece parte delle delegazione estense inviata a Parigi per trattare la pace con la Francia dopo la fuga da Modena di Ercole III. Venturi si trattenne nella capitale francese per più di un anno dove ebbe modo di entrare in relazione con numerosi scienziati francesi tra i quali l’astronomo Lalande ed il chimico Fourcroy. Rientrato in Italia venne nominato da Napoleone membro del parlamento della Repubblica Cisalpina carica alla quale rinunciò nell’agosto del 1798. Dopo la breve parentesi della Reggenza austro-russa, nel corso della quale venne imprigionato per motivi politici, nella primavera del 1800 venne nominato professore di fisica presso l’Università di Pavia, cattedra che abbandonò nel 1801 per assumere la rappresentanza diplomatica della Repubblica Cisalpina e successivamente del Regno d’Italia presso la Confederazione elvetica. Collocato a riposo nel 1813 trascorse gli ultimi anni della sua vita curando i suoi interessi umanistici e scientifici.

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